Costruiamo Gentilezza

Stefano Simonetta

Località: Puglia / Casarano
Intervista conoscitiva

Come costruisci la gentilezza nella tua comunità locale?

Sto iniziando in queste settimane a mettere in campo tutto quello che il mio nuovo ruolo di Assessore alla Gentilezza mi permette di fare, sia aderendo alle iniziative della rete nazionale sia ideando varie attività che coinvolgono i miei concittadini, piccoli e grandi, atte a dare risalto al concetto di gentilezza nella quotidianità. Un pensiero di Sant’Ignazio di Antiochia, a cui sono particolarmente legata, dice:”Si educa con ciò che si dice, più ancora con ciò che si fa e ancor di più con ciò che si è”. Questo pensiero descrive perfettamente anche il mio. Ciò che diciamo e ciò che facciamo dovrebbe poi raccontare senza parole proprio ciò che siamo. Per me essere di buon esempio è fondamentale. Tutte le volte che riesco a fare qualcosa per gli altri sono una persona soddisfatta ed appagata.

Da piccolo chi è stato il tuo esempio di gentilezza?

I miei esempi di gentilezza da sempre sono stati i miei genitori che mi hanno inculcato sin da piccolissima l’importanza di essere educata e rispettosa verso tutto e tutti. E, per ricollegarmi al pensiero di Sant’Ignazio, lo hanno fatto sì educandomi a parole ma soprattutto dandomi il loro esempio e questo cerco di fare anche io con i miei figli e con i bambini che accompagno nella crescita, grazie al mio lavoro.

Una parola gentile che usi sovente con i tuoi concittadini?

Una parola gentile che uso spesso è grazie. La gratitudine per me è il vero segreto della felicità.

Come può la gentilezza rendere più unita la comunità mettendo al centro i bambini?

Io sono un’educatrice e sono consapevole della grande responsabilità che ho nella formazione di quelli che saranno gli adulti di domani. Avviando, oggi, i piccoli alla gentilezza, potenziandone l’empatia, seminando in loro, sin dalla tenera età, pensieri positivi, germoglieranno, domani, adulti rispettosi. Nel mio piccolo spero che questo ci possa avviare ad una società sempre più inclusiva, un po’ come in una sorta di circolo virtuoso. Più i bambini hanno modo di vivere atteggiamenti rispettosi e cordiali, più saranno portati a replicarli, anche con gesti semplici come prendersi per mano, fare una carezza o abbracciare. Allo stesso modo, vorrei fare comprendere ai miei concittadini quanto una parola gentile, un sorriso e una buona disposizione d’animo possano generare risposte positive e costruire relazioni serene.

Quando un cittadino si comporta con maleducazione verso la comunità, come lo correggeresti con la gentilezza?

Far notare l’errore è sicuramente indispensabile per far sì che questo atteggiamento non venga ripetuto ma è il modo in cui si fa notare che fa la differenza. Non attaccare o urlare ma parlare, spiegare, con toni pacati e parole chiare e concise e sempre allo stesso modo cercherei di aiutarlo a porre rimedio al proprio errore.

Come Assessore alla Gentilezza, cosa significa per te essere un costruttore di gentilezza?

Significa incidere positivamente sul comportamento di tutti, piccoli e grandi, diffondere un modo diverso di porsi e di relazionarsi agli altri, avere cura degli ultimi e dei soggetti più vulnerabili per contribuire a formare una comunità più unita e sensibile.
Una delle citazioni sulla gentilezza che preferisco è la seguente:
I gesti discreti e gentili non sono mai piccoli. Sono preziosi e straordinari.