Costruiamo Gentilezza

Marinari Elisabetta

Località: Toscana
Ente: Libero Professionista
Intervista conoscitiva

 

Come costruisci la gentilezza nella tua comunità lavorativa?

Lavoro come libera professionista. Sono un avvocato e condivido uno studio con altri professionisti. Ciascuno di noi rappresenta uno studio che ha una sua autonoma attività. I nostri rapporti sono cordiali.

Il mio contributo alla convivenza é rispetto e gentilezza. La mia stanza é posta in prossimità dell’ingresso. Apro la porta anche ai clienti degli altri studi che accolgo con cordialità e faccio accomodare come se fossero i miei. Distribuisco la posta, ricevo i corrieri e cerco di essere gentile con tutti, aiutandoli nelle piccole cose, quando mi é possibile.

Da piccolo chi è stato il tuo esempio di gentilezza?

I miei genitori mi hanno educato ad essere corretta e rispettosa degli altri.

Come può la gentilezza sul lavoro contribuire ad accrescere il benessere dei lavoratori e la produttività?

Non ho dipendenti, ma sono sempre stata convinta che la gentilezza é un ingrediente necessario a creare un ambiente dove lavorare é più semplice. Non sempre il lavoro é qualcosa che piace fare. Pochi hanno la fortuna di fare un lavoro che piace. Per i più, il lavoro é una necessità; ma sentirsi riconosciuti ed accolti aiuta a raggiungere il posto di lavoro senza sentire un peso sullo stomaco; e, soprattutto, senza sentire il peso di una scelta che a volte sembra proprio quella sbagliata.

Una parola gentile che usi sovente con i tuoi collaboratori?

Le parole/espressioni che uso costantemente sono “per favore” e “grazie”.

Come Imprenditore della Gentilezza, cosa significa per te essere un costruttore di gentilezza?

Per me, essere un costruttore di gentilezza é accogliere gli altri con un sorriso, preoccupandosi dei loro stati d’animo, chiedendo loro notizie della giornata trascorsa e, quando possibile/opportuno, incoraggiandoli.

Tutto questo lo faccio anche con i clienti. Nel mio lavoro, mi considero un artigiano, qualcuno che lavora creando piccoli oggetti, ma unici nel loro genere. In altre parole, mi occupo di persone, prima che di diritti. Di piccole cose che per le persone comuni rappresentano comunque dei grossi problemi.

In un mondo complesso come quello attuale, pochi, prima ancora dei diritti, conoscono i loro doveri. E spiegare ai clienti questa realtà, la differenza che esiste tra un dovere ed un diritto, non é sempre facile. Bisogna essere chiari; ma con delicatezza e rispetto.

Da questo punto di vista, il mio lavoro é bellissimo.

Delle persone che seguo imparo a conoscere quasi tutto: la loro storia, le loro debolezze, a volte le loro mancanze, ma anche i loro sentimenti, e le loro qualità. Siamo tutti “piccole persone”, ma quando gli incarichi sono terminati, e perdo i contatti con i clienti, sento la mancanza di ciascuno di loro.