
Del Piano Grazia

Intervista conoscitiva
Da piccola chi è stato il tuo “insegnante” di gentilezza?
Ho avuto la fortuna di conoscere tante persone gentili, a cominciare dai miei genitori. Fondamentale anche la figura di una suora molto speciale, suor Nicoletta Scalzone: sempre attenta ai bisogni degli altri, anche solo di un sorriso, uno sguardo o una parola di conforto, è sempre stata per me un grande esempio.
Come insegni agli alunni la gentilezza?
I bambini imparano soprattutto dall’esempio dell’adulto per cui è importante, prima di parlare e insegnare la gentilezza, mostrarsi gentili con tutte le persone che ci circondano.
Una parola gentile che usi sovente con i tuoi alunni?
Dire “Grazie”, ringraziare per tutto quello che abbiamo che non è scontato: dall’avere una casa, un letto, da mangiare … ; pensare sempre a chi non ha nulla e chiedersi cosa possiamo fare per aiutare.
Insegno religione in 16 sezioni delle scuole d’infanzia e invito sempre i bimbi a guardare all’amico che è solo o che è triste e provare anche solo con sorriso, un abbraccio o un invito a giocare, a renderlo felice: fare proprio l’ “I care” di don Milani, perché a noi importa l’altro e abbiamo a cuore tutti quelli che hanno bisogno.
Come può la gentilezza aiutare i bambini a vivere la scuola più serenamente?
Arrivare a scuola ed essere accolti da persone gentili, sempre pronte ad ascoltarti, in un clima di serenità, aiuta a stare meglio, a coltivare le relazioni d’amicizia, a favorire l’apprendimento e a esprimere le proprie emozioni.
Quando un alunno sbaglia, come lo correggi con la gentilezza?
Gli dico che a volte anche agli adulti succede di sbagliare: l’importante è capire l’errore commesso e che a volte “sbagliando si impara”.