Costruiamo Gentilezza

Iannantuoni Jessica

Località: Puglia
Ente: insegnante secondaria 1° grado
Intervista conoscitiva

 

1)Da piccola chi e’ stato il tuo “insegnante” di gentilezza?

Lungo il mio percorso scolastico ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere molti insegnanti validi, che con il loro esempio, garbo e pazienza sono riusciti a trasmettermi la grande virtu’ della gentilezza. Maestri preziosi ed insegnamenti indimenticabili, che conservo gelosamente e che sono per me oggi, da docente, fonte di ispirazione.

Come insegni ai tuoi alunni la gentilezza?

Oltre alle tante attivita’ didattiche, credo di insegnare loro la gentilezza esattamente come io stessa l’ho appresa: con l’esempio. Non esiste un manuale di nozioni gentili, non e’ un’equazione da risolvere, un tema da scrivere o una ricerca da consegnare e (fortunatamente!) non si trova nemmeno su Google! E’ un esercizio quotidiano di comportamenti virtuosi, parole delicate, pazienza e confronto rispettoso con gli altri. Credo non esista una “ricetta” per insegnare gentilezza, ma che praticarla sia sicuramente il miglior modo per trasmetterla agli alunni.

Una parola gentile che usi sovente con i tuoi alunni?

Essendo una docente di Italiano e materie umanistiche ricordo spesso ai miei alunni la “potenza” delle parole e l’importanza di un lessico ricco ed adeguato. Il nostro vocabolario e’ pieno di parole gentili, che non dimentico mai di portare nella mia cartella tra penne, matite, libri sottolineati, temi da correggere e schede da compilare. Ci sono sempre “grazie e scusa” in abbondanza, una manciata di “per favore, cortesemente, mi dispiace” e un buona dozzina di verbi come “potere, aiutare, ascoltare, rispettare”…tutto chiuso nel sacchetto dell’EDUCAZIONE con un bel nastrino di RISPETTO.

Come può la gentilezza aiutare bambini e ragazzi a vivere la scuola più serenamente?

Oggi i ragazzi vivono in un mondo “wiki” che corre alla velocita’ della luce, pieno di opportunità e nuovi stimoli, ma che diventa al contempo aggressivo soprattutto per chi, per vari motivi, non riescea “stare al passo” con le ultime tendenze, mode o e’ impreparato ad affrontare alcune emozioni. Cio’ avviene anche a scuola, dove la competizione a volte raggiunge livelli alti e si innescano malauguratamente, soprattutto tra adolescenti, dinamiche sbagliate e nocive, come il bullismo. La gentilezza e’ sicuramente  un ottimo alleato per creare un ambiente di apprendimento sereno, un confronto costruttivo, un sana e misurata competizione, e perche’ no, un giusto nutrimento per accrescere la propria autostima e uno stimolo alla crescita emozionale.

Quando un alunno sbaglia, come lo correggi con la gentilezza?

Quando un alunno sbaglia come lo correggi con gentilezza Spesso quando vedo i miei alunni scoraggiati sussurrare tra i denti “Uffa…non lo so fare”, mi piace aggiungere” ANCORA…non lo so ANCORA fare”. Per correggere a volte basta un sorriso e tanta ironia, altre volte e’ necessario sedersi accanto ed esclamare “dai, riproviamoci insieme”, far scorrere un cancellino su una lavagna per ripetere un esempio gia’ fatto mille volte e dire “vedi non e’ difficile. Dai, fallo di nuovo da solo” oppure semplicemente affiancare ad un brutto voto orale o scritto l’incoraggiante espressione “la prossima volta andra’ meglio”. La gentilezza e’ silenziosa e capace di correggere con discrezione, lasciare in ciascuno indelebili messaggi positivi.

Cosa significa per te essere costruttore di gentilezza?

Essere “costruttore di gentilezza” per me significa praticare gentilezza in ogni ambito della vita: lavorativo, con colleghi, alunni, genitori; familiare, con i nostri cari, amici e conoscenti; sociale, con le autorità e le istituzioni del territorio e oserei dire anche “mondiale” con il rispetto per l’ambiente che ci circonda, reale e ormai anche virtuale. E’ un serio impegno a vivere all’insegna dell’educazione e del rispetto verso gli altri e verso il mondo che ci circonda, rispondere ad alcuni atteggiamenti arroganti con pazienza, predisporsi all’ascolto e al confronto verso opinioni altrui, ma soprattutto, per noi docenti, insegnare alle nuove generazioni che ognuno di noi può cambiare il mondo, evitare conflitti e abbattere muri…in fondo basta solo una carezza!