Costruiamo Gentilezza

Sartorio Silvia

Località: Piemonte
Ente: insegnante Primaria
Intervista conoscitiva
Da piccola chi è stato il tuo “insegnante” di gentilezza?

I miei punti di riferimento, da piccola, come “insegnanti di gentilezza” sono stati senza dubbio i familiari e le prime figure esterne di accudimento e cura dapprima all’asilo nido “Olivetti” e poi alla scuola dell’infanzia di Canton Vesco ( Ins.ti Ida Bo e sig.ra Pinton), in cui ambiente, professionalità e attenzione al bambino erano particolarmente evidenti, e naturalmente i pari, i miei compagni di viaggio.

In quinta elementare ricordo di essere rimasta folgorata da una lettura in classe su note biografiche di Gandhi e seppur in un ambiente non particolarmente fecondo in termini di “gentilezza”, libertà ed esperienza e dal cortile grigio e cementificato, in una classe  condotta da un insegnante decisamente autoritaria, ho trovato nei libri dei compagni preziosi.

In prima media l’incontro con “l’Insegnante” di lettere, la prof.ssa Fausta Boschini, purtroppo solo per alcuni mesi, incontro importante con una vera insegnante di gentilezza che sapeva dare attenzione a tutti ed a ciascuno e con una preparazione culturale e umana eccellente. Un faro.

 

Come insegni agli alunni la gentilezza?

Giungo all’insegnamento dopo una lunga esperienza nel sociale e nella sanità, essendomi appropriata del concetto di cura in modo profondo e strutturale, sono fermamente convinta che gentilezza significa “aver cura”, tenere l’altro nel proprio sguardo, essere presenti e consapevoli nell’agito quotidiano, come afferma Edgar Morìn “saper attuare e insegnare un’etica del dialogo, riconoscersi reciprocamente e riconoscere la qualità umana dell’allievo e saper manifestare nei suoi confronti benevolenza e attenzione.” Gentilezza è, quindi, essenza etica; insegno e imparo con e dai miei alunni attraverso l’agito “gentile”, attento alle istanze dell’altro.

 

Una parola gentile che usi sovente con i tuoi alunni?

Una parola gentile che utilizzo frequentemente penso sia la parola grazie, grazie per la collaborazione, grazie per questo bel pomeriggio, grazie per aver condiviso un’emozione…

 

Come può la gentilezza aiutare i bambini a vivere la scuola più serenamente?

La gentilezza può aiutare bambini e adulti a vivere la scuola più serenamente, perché un ambiente gentile in modo autentico fornisce sicurezza, possibilità di espressione, considerazione, valorizzazione…fioritura.

 

Quando un alunno sbaglia, come lo correggi con la gentilezza?

L’errore, come dice Lucangeli è un diritto, va trasformato in un momento di crescita, va compreso e sgravato da emozioni negative, l’errore è naturale, è umano, fa parte del percorso di crescita e di vita di tutti noi, va sdrammatizzato e talvolta allegramente alleggerito come Rodari già tanto tempo fa ci insegnava nella sua Grammatica della Fantasia e nel Libro degli errori : Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo? Se si mettessero insieme le lagrime versate nei cinque continenti per colpa dell’ortografia, si otterrebbe una cascata da sfruttare per la produzione dell’energia elettrica.”