
Soccio Rita

Intervista conoscitiva
Da piccola chi è stato il tuo “insegnante” di gentilezza?
La mia insegante di gentilezza è stata mia madre.
Come insegni agli alunni la gentilezza?
Con il buon esempio. Sono sempre stata convinta che dobbiamo essere noi insegnanti i primi a praticare la gentilezza, rispettare le regole, essere propositivi e costruttivi verso l’altro. In questo modo le nostre alunne/alunni avranno un modello da seguire.
Una parola gentile che usi sovente con i tuoi alunni?
Tutte. Sono molto attenta quando mi rivolgo a loro perché le parole hanno un enorme peso in particolare quando si tratta di adolescenti.
Come può la gentilezza aiutare bambini e ragazzi a vivere la scuola più serenamente?
La gentilezza per me è una forma di bellezza e quando si vive in un ambiente bello e accogliente tutto diventa più facile.
Quando un alunno sbaglia, come lo correggi con la gentilezza?
Gli alunni/alunne non sbagliano mai o quasi mai. Ci sono solo modi diversi di vedere o affrontare le questioni e parlando si possono cambiare opinioni e prospettive.
Cosa significa per te essere costruttore di gentilezza?
Essere costruttori/costruttrici di gentilezza significa sposare uno stile di vita dove l’altro e il bene comune sono al centro di ogni azione. Mettersi nei panni degli altri ed esercitare buone pratiche sono la condizione per il bene-essere delle nostre alunne/alunni e dell’intera comunità.