Costruiamo Gentilezza

Crescenzo Antonio

Località: Toscana / Firenze
Intervista conoscitiva

Associato n° 64 – 2024

Di cosa ti occupi?

Sono un insegnante di lettere alla secondaria di primo grado Paolo Uccello – IC Gandhi di Firenze.

Inoltre sono un vostro insegnante per la gentilezza dal settembre del 2022.

Una proposta per costruire gentilezza che proponi come socio di cor et amor?

Educare alla gentilezza è un processo complesso, continuo, che si costruisce nella quotidianità. Sicuramente stimolare i bambini sin da piccoli ad essere gentili attraverso piccoli gesti, parole è fondamentale, convinto che la gentilezza fortifichi gli individui perché occorre forza interiore per manifestarla.

Per diventare gentili bisogna essere gentili ogni giorno, attraverso piccole azioni quotidiane; giorno dopo giorno essere gentile dovrebbe essere semplice come giocare; una parola, un gesto, piccole gocce a colmare un vaso, un lago e chissà un oceano!

Confrontandomi con i colleghi spesso mi trovo a riflettere su questo concetto: la paura di perdere la propria autorità se si approcciano agli alunni in modo gentile, come se appunto la gentilezza fosse vissuta come un segno di debolezza che impedisce poi di “esercitare” la propria influenza o guida.

Il problema è a monte, perché occorre capire cosa si intende per autorità che spesso implica uno stile direttivo e non partecipativo, proprio dell’autorevolezza. L’autorità è un surrogato dell’autorevolezza e deriva dal potere e dal grado all’interno di una organizzazione. Il soggetto autoritario ritiene di dover essere obbedito solo perché l’ordine è impartito da una persona gerarchicamente superiore e non perché l’ordine impartito o ciò che chiede sia giusto o corretto. Acquisire autorevolezza vuol dire, invece, acquisire l’abilità di motivare le altre persone a fare delle cose perché lo vogliono e non perché devono o si sentono obbligate.

Si è autorevoli quando invece di ordinare le cose possiamo permetterci semplicemente di chiederle o proporle. Per ottenere ciò, si deve affrontare inevitabilmente un percorso di crescita personale per migliorare costantemente la propria conoscenza, le proprie risorse, i propri talenti e le proprie abilità comunicative. Ma più di tutto occorre rispetto per l’altro ad ogni “livello”, ad ogni età. Valore che per tutti noi è fondamentale e che tutti noi vogliamo trasmettere. E probabilmente in un mondo più ricco di rispetto potremmo vedere il meglio dell’umanità… E, come afferma anche Monica Toccaceli, psicologa clinica specializzata in genitorialità, che cosa è insegnare la gentilezza se non insegnare il rispetto, soprattutto attraverso l’esempio dell’adulto che ne è il punto di partenza. Ma per educare alla gentilezza bisogna prima di tutto viverla ed incarnarla. È impossibile trasmettere un valore se non lo si vive nella quotidianità. Educare alla gentilezza vuol dire insegnare l’empatia. E per insegnare l’empatia bisogna essere empatici. Non ci sono dunque formule magiche, lezioni da impartire, prediche da fare. Bisogna sentire, pensare e agire con empatia e questo porta alla gentilezza. Se il bambino vive esperienze in cui si sente approcciato con gentilezza e rispetto imparerà quel modo di fare, imparerà che le persone ti accolgono e ti comprendono e così, forte della pienezza che questa sicurezza regala, sentirà, penserà ed agirà con rispetto e gentilezza.

Dunque come insegno la gentilezza? Imparando ad essere il punto di partenza di libere manifestazioni di gentilezza.

 

Cosa significa per te essere un ambasciatore di Costruiamo Gentilezza?

Partendo dal presupposto che, in quanto essere umani, siamo tutti potenziali portatori di gentilezza, più che costruttore di gentilezza cerco di essere un “kindness coach” per allieve ed allievi: allenare alla gentilezza, imparando ad essere il punto di partenza di libere manifestazioni di gentilezza.

Come promuoverai Costruiamo Gentilezza sul tuo territorio?

Il modello sociale non aiuta lo sviluppo della gentilezza, anzi incoraggia la competitività che spesso innesca ansia e provoca stress. Alti livelli di stress favoriscono comportamenti aggressivi, negativi e scortesi.  Ultimamente sempre più persone si stanno ribellando a questo schema, rifiutano questo modello culturale e si stanno attivando alla riscoperta della gentilezza.

In ambito scolastico, ad esempio, la gentilezza può essere l’arma più efficace contro il bullismo. Infatti che cosa è il bullismo se non la mancanza cronica di gentilezza.

Così Paola Giannotti a proposito della vostra iniziativa: “la gentilezza di imparare ad ascoltare gli altri, a vedere gli altri e a non lasciarli soli, trasmettere il valore dell’amicizia e del rispetto un gruppo di persone gentili, educate ai valori contro il bullo. Si deve diffondere il senso di appartenenza al gruppo e alla gentilezza in tutte le classi, in modo che tutto l’istituto, la scuola diventi un luogo dove l’alunno si senta protetto, un luogo dove possa chiedere aiuto quando diventa oggetto di scherzi o azioni negative. La gentilezza il legame che unisce, un sorriso, una mano tesa che fa rete protegge e invita a parlare a chiedere aiuto”.

Parole mai più consone e oserei aggiungere che la gentilezza dà benessere, ma non solo, insegnare la gentilezza ai bambini lì renderà davvero adulti migliori

 

Una regola di gentilezza che è importante conoscere?

Regola base per la quotidianità scolastica è entrare in classe e rendere gli allievi consapevoli del fatto che non ci siamo e ci saremo sempre per loro con un semplice:

Buongiorno, come state?
A volte un piccolo gesto di gentilezza, fatto o ricevuto, ci fa vedere le giornate sotto una luce diversa, una luce più bella e ci fa stare bene.

Cosa significa essere associato a Cor et Amor?

La gentilezza è la virtù più difficile, richiede forza e sicurezza d’animo. Per poter davvero esprimere gentilezza (sia con le parole che con i fatti) bisogna aver trovato il proprio equilibrio interiore, essa non fa bene solo a chi la riceve, ma anche a chi la pratica.
Dunque credere nel vostro progetto significa essere fermamente convinti che la Gentilezza è la Vera Rivoluzione.

Come è comparsa la gentilezza nella tua vita?

Salutare, sorridere, essere predisposti al dialogo, porsi in modo educato sono azioni che ho sempre reputato prioritarie nel mio modo di essere e porsi all’altro. La gentilezza crea connessione, empatia, rasserena e accoglie, ci fa sentire capiti. Non vi è un ambito ristretto nel quale essere gentili: sconfinare in questo senso è auspicabile perché bendispone l’altro, in qualsiasi ambito relazionale, amicale, familiare o lavorativo. E se devo ricordare un ambito, o meglio un luogo, in cui ho percepito le prime forme di amicizia e di gentilezza è stato Minori, il mio paese natale, il cui ricordo oggi mi da sempre conforto.

Chi rappresenta per te un buon esempio di gentilezza?

Mia nonna materna, ultima erede di buone maniere e gentilezza, porto sicuro, dove rifugiarsi durante le bufere della vita.

Una citazione sulla gentilezza che ricordi volentieri?

Ian Maclaren: “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile. Sempre”.